IL DENARO

 

29 novembre 2003

 

Il dialogo come strumento di Pace

Si è aperto all’Holiday Inn di Castelvolturno il Forum Civile Euromed. Organizzato e sostenuto dalla Fondazione Laboratorio Mediterraneo con il cofinanziamento della Commissione Europea ed alla vigilia della VI Conferenza euromediterranea che vede riuniti, sempre a Napoli il 2 e 3 dicembre, 38 ministri degli Affari Esteri in rappresentanza dei Paesi euromediterranei (venticinque paesi europei, dieci paesi mediterranei - Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto, Palestina, Israele, Giordania, Turchia, Libano, Siria - e, in qualità di osservatori, Bulgiaria, Romania).


Già nel dicembre 1997 la Fondazione Laboratorio Mediterraneo organizzò il Secondo Forum Civile Euromed, con la partecipazione di oltre 2.300 rappresentanti di 36 Paesi: quell’evento produsse molteplici progetti concreti di partenariato, molti dei quali già realizzati. Questo Forum Civile Euromed assume un’importanza straordinaria: per la prima volta, la Fondazione Laboratorio Mediterraneo, in collaborazione con la piattaforma di Ong, ha posto in essere un meccanismo democratico partecipativo attraverso riunioni nazionali svoltesi nei vari Paesi euromediterranei. Questo sforzo ha prodotto un processo che vede la Società Civile coinvolta pienamente in un’agorà di dialogo al di là di stereotipi, al di là di guerre, al di là di pregiudizi. Oltre trecento i partecipanti al Forum Civile Euromed, tra i quali, grazie a questo difficile coinvolgimento, Israeliani e Palestinesi, Ciprioti e Turco — Ciprioti, Siriani e Libanesi: insomma esponenti di Paesi in lotta tra loro che si confronteranno in maniera costruttiva su grandi questioni quali:

- Il dopo guerra in Irak.
- L’allargamento ad Est dell’Unione Europea e la politica di buon vicinato.
- Lo sviluppo sostenibile, l’occupazione e il lavoro.
- Il buon governo e la cittadinanza.

E’ un’occasione irripetibile per conoscere il pensiero e la volontà della società civile per la prima volta rappresentativa in ogni sua componente: sindacati, Ong, Associazioni pacifiste e ambientaliste, Associazione per i diritti umani, giovani, donne, ecc. Tra gli interventi alla Sessione inaugurale del Forum Civile, esponenti politici e delle Ong quali:

Leila Shahid, ambasciatrice palestinese a Parigi ed esponente di rilievo dell’Autorità Palestinese;
Claudio Azzolini, vicepresidente del Consiglio d’Europa;

Alima Boumèdiene-Thiery, in rappresentanza del Parlamento europeo, che si è soffermato sulla necessità di diffondere i diritti umani quali principi inalienabili nel Processo di Barcellona;

Rafael Dochaò Moreno, in rappresentanza della Commissione europea; ha anticipato i punti all’ordine del giorno della prossima conferenze euromediterranea che si apre a Napoli il prossimo 2 dicembre e precisamente:

1. la creazione di un’assemblea parlamentare euromediterranea
2. La discussione sull’eventuale Costituzione di una banca Euromediterranea la cui decisione in quanto principio generale che, per il momento, non è all’ordine del giorno. Si ipotizza un semplice rafforzamento degli organismi già esistenti quali la Bei.
3. La creazione di una Fondazione euromediterranea per il dialogo tra le culture e civiltà ( per la quale la Regione Campania si è da tempo candidata con la sede della Maison de la Méditerranée di Piazza Municipio).

Giacomina Cassina, in rappresentanza del Comitato Economico e Sociale, ha detto che la Fondazione Euromediterranea deve essere un luogo di “partecipazione” della Società Civile;
Caterina Aciadiacono, vice presidente della Fondazione Laboratorio Mediterraneo fa notare la necessità e l’importanza di strutture intermedie che permettano attraverso interventi di incontro dialogo e partecipazione la possibilità che la società civile si esprima. Questo Forum in cui si incontrano palestinesi e israeliani, siriani e libanesi mussulmani atei ed ebrei, gente del sud e del nord è la testimonianza che il dialogo per essere efficace ha bisogno di luoghi e spazi che consentano la realizzazione. Le teorie dell’identità sociale, la psicologia degli stereotipi, degli atteggiamenti, delle rappresentazioni dell’altro “diverso” possano essere superate in occasioni che consentono il disvelarsi delle persone e l’incontro. Infatti i pregiudizi agiscono nelle dinamiche tra gruppi diversi proprio quando non c’è la possibilità di conoscenza e di incontro. Tutto questo ha bisogno di forze che all’interno della società civile agiscano per il dialogo tra le società e le culture.Ha bisogno di persone di forze di istituzioni che agiscono per raggiungere insieme scopi condivisi per il futuro della nostra terra e del nostro pianeta.
Michele Capasso, organizzatore dell’evento, ha concluso sottolineando che: “il Forum Civile di Napoli 2003 sarà ricordato come un forum fondatore di una tradizione più democratica, più trasparente: un Forum che realizza finalmente l’ambizione, sempre enunciata ma raramente raggiunta, di un equilibrio fra il nord e il sud, e fra le donne e gli uomini. Per la prima volta un Forum civile che si svolge come al solito in Europa (a quando un Forum in un paese del Sud?) è stato preceduto da incontri nazionali nei paesi del Sud: Algeria, Marocco, Tunisia, Libano, Egitto, Palestina e Israele, Giordania, e anche Spagna, Italia, Francia.

Un grande successo della Società Civile per un Mare Nostrum diviso “tra noi” e non “da noi”.