Si è aperto all’Holiday Inn di Castelvolturno il Forum
Civile Euromed. Organizzato e sostenuto dalla Fondazione Laboratorio
Mediterraneo con il cofinanziamento della Commissione Europea ed alla vigilia
della VI Conferenza euromediterranea che vede riuniti, sempre a Napoli il 2 e
3 dicembre, 38 ministri degli Affari Esteri in rappresentanza dei Paesi
euromediterranei (venticinque paesi europei, dieci paesi mediterranei -
Marocco, Algeria, Tunisia, Egitto, Palestina, Israele, Giordania, Turchia,
Libano, Siria - e, in qualità di osservatori, Bulgiaria, Romania).
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Già nel dicembre 1997 la Fondazione Laboratorio Mediterraneo organizzò il
Secondo Forum Civile Euromed, con la partecipazione di oltre 2.300
rappresentanti di 36 Paesi: quell’evento produsse molteplici progetti
concreti di partenariato, molti dei quali già realizzati. Questo Forum Civile
Euromed assume un’importanza straordinaria: per la prima volta, la Fondazione
Laboratorio Mediterraneo, in collaborazione con la piattaforma di Ong, ha
posto in essere un meccanismo democratico partecipativo attraverso riunioni
nazionali svoltesi nei vari Paesi euromediterranei. Questo sforzo ha prodotto
un processo che vede la Società Civile coinvolta pienamente in un’agorà di
dialogo al di là di stereotipi, al di là di guerre, al di là di pregiudizi.
Oltre trecento i partecipanti al Forum Civile Euromed, tra i quali, grazie a
questo difficile coinvolgimento, Israeliani e Palestinesi, Ciprioti e Turco —
Ciprioti, Siriani e Libanesi: insomma esponenti di Paesi in lotta tra loro
che si confronteranno in maniera costruttiva su grandi questioni quali:
- Il dopo guerra in Irak.
- L’allargamento ad Est dell’Unione Europea e la politica di buon vicinato.
- Lo sviluppo sostenibile, l’occupazione e il lavoro.
- Il buon governo e la cittadinanza.
E’ un’occasione irripetibile per conoscere
il pensiero e la volontà della società civile per la prima volta
rappresentativa in ogni sua componente: sindacati, Ong, Associazioni
pacifiste e ambientaliste, Associazione per i diritti umani, giovani, donne,
ecc. Tra gli interventi alla Sessione inaugurale del Forum Civile, esponenti
politici e delle Ong quali:
Leila Shahid, ambasciatrice palestinese a Parigi
ed esponente di rilievo dell’Autorità Palestinese;
Claudio Azzolini, vicepresidente del Consiglio d’Europa;
Alima Boumèdiene-Thiery, in rappresentanza del Parlamento europeo,
che si è soffermato sulla necessità di diffondere i diritti umani quali
principi inalienabili nel Processo di Barcellona;
Rafael Dochaò Moreno, in rappresentanza della Commissione
europea; ha anticipato i punti all’ordine del giorno della prossima
conferenze euromediterranea che si apre a Napoli il prossimo 2 dicembre e
precisamente:
1. la creazione di un’assemblea parlamentare euromediterranea
2. La discussione sull’eventuale Costituzione di una banca Euromediterranea
la cui decisione in quanto principio generale che, per il momento, non è
all’ordine del giorno. Si ipotizza un semplice rafforzamento degli organismi
già esistenti quali la Bei.
3. La creazione di una Fondazione euromediterranea per il dialogo tra le
culture e civiltà ( per la quale la Regione Campania si è da tempo candidata
con la sede della Maison de la Méditerranée di Piazza Municipio).
Giacomina Cassina, in rappresentanza
del Comitato Economico e Sociale, ha detto che la Fondazione Euromediterranea
deve essere un luogo di “partecipazione” della Società Civile;
Caterina Aciadiacono, vice presidente della Fondazione Laboratorio
Mediterraneo fa notare la necessità e l’importanza di strutture intermedie
che permettano attraverso interventi di incontro dialogo e partecipazione la
possibilità che la società civile si esprima. Questo Forum in cui si
incontrano palestinesi e israeliani, siriani e libanesi mussulmani atei ed
ebrei, gente del sud e del nord è la testimonianza che il dialogo per essere
efficace ha bisogno di luoghi e spazi che consentano la realizzazione. Le
teorie dell’identità sociale, la psicologia degli stereotipi, degli atteggiamenti,
delle rappresentazioni dell’altro “diverso” possano essere superate in
occasioni che consentono il disvelarsi delle persone e l’incontro. Infatti i
pregiudizi agiscono nelle dinamiche tra gruppi diversi proprio quando non c’è
la possibilità di conoscenza e di incontro. Tutto questo ha bisogno di forze
che all’interno della società civile agiscano per il dialogo tra le società e
le culture.Ha bisogno di persone di forze di istituzioni che agiscono per
raggiungere insieme scopi condivisi per il futuro della nostra terra e del
nostro pianeta.
Michele Capasso, organizzatore dell’evento, ha concluso sottolineando
che: “il Forum Civile di Napoli 2003 sarà ricordato come un forum fondatore
di una tradizione più democratica, più trasparente: un Forum che realizza
finalmente l’ambizione, sempre enunciata ma raramente raggiunta, di un
equilibrio fra il nord e il sud, e fra le donne e gli uomini. Per la prima
volta un Forum civile che si svolge come al solito in Europa (a quando un
Forum in un paese del Sud?) è stato preceduto da incontri nazionali nei paesi
del Sud: Algeria, Marocco, Tunisia, Libano, Egitto, Palestina e Israele,
Giordania, e anche Spagna, Italia, Francia.
Un grande successo della Società Civile per
un Mare Nostrum diviso “tra noi” e non “da noi”.
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